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    La differenza tra il navigare per aria o il camminare sulla terra sta nel 
    fatto che l'aria si muove. 
    Come un viaggiatore che si sposta in un vagone del treno "di suo" si muove 
    solo rispetto a tutti gli oggetti dello scompartimento, che gli appaiono 
    relativamente fermi, ma in realtà, oltre al suo movimento rispetto al 
    vagone, si muove sui binari con tutto il treno, un aereo vola all'interno di 
    una massa d'aria che a sua volta si sposta rispetto al terreno alla velocità 
    del vento. 
    Se il nostro aereo vola puntando il muso (la "prua") in una certa direzione, 
    il suo movimento complessivo non sarà diretto nello stessa direzione, ma, si 
    comporrà con lo spostamento di tutta la massa d'aria (il vento).  | 
       
      
        
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    Nelle due rappresentazioni qui sopra si vede come un velivolo che si muove 
    in presenza di vento percorre la traiettoria indicata dalla sua prua, ma, 
    oltre ad avanzare, si muove insieme alle nuvole. 
    Se il pilota volesse mantenere la direzione prefissata dovrebbe inclinare la 
    prua di quel tanto che basta per contrastare il movimento dell'aria. 
    Il nostro problema sarà proprio sapere di quanto dobbiamo inclinare la prua, 
    in presenza di un dato vento, per mantenere la traiettoria che ci siamo 
    prefissati. 
    Intanto, giusto per parlare tutti la stessa lingua, definiamo alcune 
    componenti del nostro problema: 
    Chiamiamo TAS 
    (dall'inglese True Air Speed e cioè Velocità Vera 
    rispetto all'Aria) la nostra velocità rispetto alla massa d'aria, che 
    possiamo misurare con gli strumenti di bordo).  | 
       
       
    
      
        
        
          
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            La velocità al suolo sarà la 
            GS (Ground Speed, e 
            cioè Velocità rispetto al Terreno). 
            Definiamo inoltre TH 
            (True Heading, Prua Vera) la direzione verso cui punta 
            il muso (che d'ora in poi chiameremo solo "prua") dell'aereo. 
            La TC (True
            Course, Rotta Vera) sarà la direzione effettivamente 
            mantenuta rispetto al suolo (la "rotta"). 
            L'angolo di deriva 
			δ 
            sarà la differenza tra la prua
            TH e la 
            rotta TC. 
            Per rappresentare le velocità utilizziamo degli elementi grafici 
            presi in prestito dalla fisica: i "vettori". 
            Il vettore è semplicemente un segno grafico simile ad una freccia, 
            con cui si possono rappresentare la direzione (è la giacitura della 
            freccia), il verso (la punta della freccia) e il modulo (la 
            lunghezza della freccia) di una grandezza fisica quale sono velocità 
            e spostamento. 
            Per intenderci, se vogliamo rappresentare il moto di un aereo con i 
            vettori, disegneremo una "freccia" posizionata con lo stesso angolo, 
            rispetto ad una direzione di riferimento che nella realtà potrà 
            essere il Nord geografico, mentre sul foglio potrebbe essere 
            semplicemente la verticale, con cui si muove l'aereo, la punta della 
            freccia indicherà il verso con cui l'aereo si muove (da che parte 
            sta la prua) e la lunghezza della freccia sarà proporzionale al 
            valore della velocità espresso in nodi (kts - miglia marine all'ora) 
            o in Km/h. | 
           
          
            | L'unità di misura rispetto a cui dimensioneremo i 
            nostri vettori potrà essere scelta a piacere, importante sarà 
            mantenerla per la rappresentazione grafica di tutte le velocità 
            coinvolte nel problema.   | 
           
         
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        Con questo tipo di rappresentazione, risolvere il 
        problema di "che prua devo mantenere per essere sicuro, in presenza di 
        vento, di muovermi con una certa
        TAS lungo una 
        rotta predefinita?" si riduce a disegnare un triangolo di cui siano note 
        le lunghezze di due lati (il vento e la
        TAS) e l'angolo 
        compreso tra uno di questi e il terzo lato (cioè tra la direzione del 
        vento e la nostra rotta). 
        Come per tutti i problemi, se possiamo rappresentarli graficamente con 
        precisione, sarà il disegno stesso la soluzione. 
        Potrò cioè disegnare il triangolo e poi valutare l'angolo di prua
        TH, la deriva e 
        la GS 
        semplicemente misurandoli proprio sul disegno stesso. | 
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        E' importantissimo capire con sicurezza il 
        significato delle linee tracciate. 
        Ripeto che la GS 
        è la somma tra vento W 
        e TAS, per cui 
        le due frecce W 
        e TAS si 
        "seguono" (la punta dell'una si appoggia alla coda dell'altra), mentre 
        la freccia GS 
        appoggia la punta alla più avanzata delle altre due e la coda alla coda 
        della più arretrata delle altre due. 
        Come per le normali somme aritmetiche, inoltre, non ha importanza se 
        metto prima il vento W 
        o la TAS (5+2 
        fa 7 tanto quanto 2+5). 
        E' lungo la GS/TC 
        che si muove il nostro aereo, la
        TH rappresenta 
        solo la direzione verso cui punta la prua. 
        E' inoltre importante apprezzare che, per convenzione, del vento
        W si indica la 
        direzione di provenienza (cioè a 180° rispetto alla direzione della 
        freccia che lo rappresenta - un vento da 040 "proviene" da 040 e si 
        muove verso 220). | 
       
     
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