| 
      
        | Il problema dell'intercettazione consiste 
        nell'individuare la prua da mantenere per "intercettare" un altro 
        velivolo (o qualsiasi "mobile") di cui siano note traiettoria e 
        velocità. Prima di tutto vediamo di individuare quale è la condizione necessaria 
        affinché due velivoli siano in "rotta di collisione".
 Indipendentemente dalle considerazioni che faremo in seguito, 
        verifichiamo che già a livello inconscio e istintivo noi siamo 
        perfettamente in grado di capire quale è la condizione che dobbiamo 
        mantenere per intercettare un altro mobile.
 Pensiamo a quando un passante ci attraversa la strada davanti, mentre 
        guidiamo il motorino...
 L'unico senso coinvolto è la vista, e senza fare alcun calcolo sappiamo 
        al volo se il passante passerà prima di noi, se gli passeremo davanti, o 
        se invece dobbiamo rallentare perché gli stiamo andando addosso.
 |  
        |  |  |  |  
        | Osservando le tre figure qua sopra è 
        evidente che nel primo caso l'F16 ci sfilerà davanti, nel secondo siamo 
        in rotta di collisione, nel terzo, infine, saremo noi a sfilare di prua 
        al caccia. Cosa cambia, nel nostro campo visivo, che ci fa capire il moto relativo 
        tra il nostro velivolo e l'F16?
 Nel primo caso, quando l'F16 ci sfila di prua, la sua posizione nel 
        nostro campo visivo cambia, passando da destra a sinistra.
 Nel terzo, nuovamente la sua posizione cambia e lo vediamo sfilarci da 
        sinistra a destra.
 Nel secondo caso, invece, l'F16 rimane sullo stesso rilevamento (nella 
        stessa posizione rispetto al nostro campo visivo).
 Senza calcoli abbiamo evidenziato subito come già inconsciamente 
        possedevamo la soluzione del nostro problema:
 perché due mobili siano in rotta di collisione 
        è necessario e sufficiente che mantengano costante il rilevamento 
        reciproco.
 |  
      
        | Diamone ora una dimostrazione più 
        rigorosa: |  
        |  | Nella figura seguente si vede come affinché 
        C sia il punto di 
        intercettazione, occorre che 
        B percorra la 
        distanza B-C 
        nello stesso tempo in cui 
        A percorre A-C. Se i segmenti B-B1 
        e A-A1 
        rappresentano le velocità di 
        B e di 
        A, e si mantiene 
        costante il rilevamento R0,
        R1,
        R2... 
        tutti i triangoli ABC,
        A1B1C, 
        ... sono simili tra loro, e cioè tutte le coppie 
        A-C/B-C,
        A1-C/B1-C... 
        sono tra loro direttamente proporzionali.
 |  
        | Ma se i segmenti 
        B-B1 e
        A-A1 
        rappresentano le velocità dei due velivoli, è proprio, per definizione, 
        il tempo T1 che 
        A impiega per 
        percorrere A-A1 
        lo stesso tempo T1 in cui 
        B percorre 
        B-B1, e 
        siccome tutti i segmenti 
        B-B1, 
        B-B2, 
        ...., B-C sono 
        proporzionali ai rispettivi 
        A-A1,
        A-A2, 
        ...., A-C, 
        in quanto segmenti individuati su due rette dal fascio di rette 
        parallele R0,1,...,n, 
        anche il tempo T che 
        A impiega a 
        percorrere l'intero percorso 
        A-C 
        è uguale al tempo in cui B 
        percorre B-C. |  
      
        | Risoluzione grafica |  
        | Vediamo adesso l'algoritmo grafico. Il problema è, dati traiettoria e velocità dell'intercettato, il vento e 
        la TAS dell'intercettore, trovare la giusta prua da mantenere per 
        eseguire l'intercettazione.
 Ovviamente dovremo tener conto anche del vento, e la nostra velocità 
        sarà come sempre la risultante tra il vento e la TAS.
 Dovremo quindi costruire un triangolo del vento con la condizione di 
        mantenere inalterato il rilevamento iniziale.
 |  
        | 
 |  
        | Tracciato il rilevamento iniziale 
        R0 e la 
        velocità di B, 
        riportiamo su questa una retta 
        R1 
        parallela al rilevamento iniziale 
        R0. Costruiamo quindi il nostro triangolo del vento costringendo la punta 
        del vettore TAS a finire 
        proprio sul nuovo rilevamento 
        R1.
 La nostra GSA, 
        risultante di vento e TAS, sarà 
        quella da mantenere per intercettare 
        B, e prolungandola 
        incontriamo la traiettoria di 
        B nel punto 
        C, di 
        intercettazione.
 Il tempo necessario all'intercettazione lo ricaveremo dividendo la 
        distanza B-C 
        per la velocità (nota) di 
        B.
 Questo è preferibile, rispetto a misurare
        A-C 
        e dividere per la nostra 
        GSA, in quanto dei valori utilizzati sia
        A-C 
        che GSA 
        sono stati ricavati graficamente (e quindi ambedue affetti da errore di 
        misura) mentre nel primo caso solo 
        B-C viene ricavato 
        dalla figura (e quindi è affetto da errore) mentre la velocità di 
        B è uno dei dati 
        iniziali del problema (e quindi non è affetto da errore).
 |  |