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            In questo capitolo vediamo come anche per 
			l'elicottero sia possibile "planare" senza motore e quali sono i 
			problemi che si vengono a generare in particolari condizioni 
			operative abbastanza tipiche. 
			Parliamo di 
			
				- AUTOROTAZIONE
 
				- EFFETTO SUOLO
 
				- RISONANZA AL SUOLO
 
			 
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					 L'autorotazione  | 
				 
				
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							Come l'aereo in caso di guasto al sistema di propulsione 
							l'elicottero è 
					in grado di planare al suolo senza subire danni. 
							 
							Durante il volo normale il rotore funziona 
							grossolanamente come un ventilatore che "spinge 
							verso il basso e all'indietro" l'aria, generando 
							così una portanza (verso l'alto) e una trazione (in 
							avanti). 
							Il motore trasmette una coppia (forza che fa girare) 
							al rotore e c'è bisogno del rotorino anticoppia per 
							garantire che siano le pale a girare e non la 
							fusoliera. | 
						 
						
							
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							Quando si ha un'avaria al sistema di propulsione 
							o al rotore anticoppia il pilota "stacca" il rotore 
							in modo che sia libero di girare e plana verso il 
							suolo. 
							In questa condizione il flusso dell'aria arriva dal 
							basso e viene deviato all'indietro, generando 
							comunque una portanza ma non più una trazione. 
							In questa fase di volo non vi è coppia tra il motore 
							ed il rotore da compensare, e quindi il rotorino di 
							coda non serve (e non potrebbe comunque funzionare 
							visto che tutta la trasmissione è stata isolata).
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							In pratica quando il pilota risolve che la situazione è tale 
					da non poter più contare sulla propulsione per riportare al 
					suolo il velivolo, procede "staccando" il rotore dalla 
					trasmissione e quindi portando al minimo il passo 
					collettivo. 
					In queste condizioni, col passo ciclico diretto in avanti, 
					l'elicottero quindi si trova in condizione di volo traslato 
					in discesa. 
					Per capire quello che succede occorre valutare a questo 
					punto il flusso su tre zone diverse del rotore.. 
					La zona centrale, circa sino al 20/25% del raggio del 
					rotore, il flusso è tale che l'angolo di incidenza si trova 
					ad essere talmente elevato da far si che la pala sia in 
					stallo. 
					Da quel punto sino al 70/75% del raggio del rotore (zona 
							AUTOROTATIVA) il regime 
					del flusso è tale, visto l'alto angolo di incidenza dovuto 
							alla bassa velocità di avanzamento della pala che si 
							trova in una zona del rotore vicina al centro, da far 
					si che la risultante totale delle forze aerodinamiche 
					(portanza e resistenza) sia tale da essere leggermente 
					inclinata in avanti, producendo una "trazione" che mantiene 
					la rotazione del rotore. 
					Sul resto della pala (zona ANTIROTATIVA) si genera il 
							resto della portanza che tiene in volo l'elicottero. 
					In questo modo il pilota può planare, traslando in avanti e 
					ad alta velocità di discesa, sino in prossimità del suolo. 
							Agendo sul passo collettivo farà in modo da 
							mantenere costante il numero dei giri del rotore 
							(aumento il passo diminuisce il numero dei giri, 
							diminuisco il passo aumenta il numero dei giri). | 
						 
						
							Giunto a pochi metri dal suolo effettuerà una richiamata sia 
					sul passo ciclico che sul collettivo, sfruttando l'inerzia 
					di rotazione del rotore per generare la portanza necessaria 
					a fermare la discesa. 
					In pratica, se seguita bene, la manovra porta l'elicottero a 
					posarsi al suolo con velocità di discesa e di traslazione 
					prossima allo zero mentre le pale raggiungono l'incidenza di 
					stallo e non hanno più la velocità per sostenere il 
					velivolo. | 
							
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							AUTOROTAZIONE 
							
							RICHIAMATA IN RITARDO 
							
							
							AUTOROTAZIONE CORRETTA 
							
							
							AUTOROTAZIONE SULLA NEVE 
							
							
							CRASH  | 
						 
					 
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								- 
								
Il pilota realizza di non poter 
								proseguire il volo con l'ausilio del motore e 
								comincia la manovra di autorotazione: 
								disconnette la trasmissione lasciando libero il 
								rotore, porta il passo collettivo al minimo e il 
								ciclico in avanti. 
   
								- 
								
Durante la planata, agendo sul 
								passo collettivo, il pilota mantiene costante il 
								numero di giri del rotore. Col passo ciclico 
								manovra per raggiungere  (controvento) il 
								punto scelto per l'atterraggio 
   
								- 
								
Il pilota richiama l'elicottero 
								tirando indietro il passo ciclico, questa 
								manovra porta ad un aumento del numero giri del 
								rotore. 
   
								- 
								
Sfruttando l'inerzia del rotore 
								il pilota agisce sul passo collettivo e inizia 
								la "flare". 
								La manovra deve essere adeguatamente coordinata 
								perché non esiste alcuna possibilità di 
								"riprendere", il rotore deve esaurire la sua 
								inerzia quando il carrello tocca il suolo. 
   
								- 
								
L'elicottero tocca il suolo nel 
								momento in cui il rotore non ha più l'inerzia 
								per continuare a sostenerlo  
							 
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					 Autogiro  | 
				 
				
					
					
						
							
							  
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							L'autogiro è un velivolo, ideato da Juan da la Cierva, che 
					sfrutta un rotore libero, in tutto simile a quello 
					dell'elicottero, in perenne autorotazione per sostenersi, 
					mentre utilizza un motore con una comune elica, normalmente 
					spingente, per generare la trazione. 
							Non avendo una coppia motore/rotore non ha bisogno 
							del rotorino anticoppia, pertanto adotta un timone 
							verticale simile a quello dei velivoli ad ala fissa 
							per la manovra attorno all'asse di imbardata. 
							Ovviamente non può volare a punto fisso o decollare 
							in verticale, ma 
							decolla con una breve rincorsa e 
							può 
							atterrare quasi in 
							verticale. | 
						 
					 
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					 Curva 
					dell'uomo morto  | 
				 
				
					
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					Per operare con sicurezza il rotore deve sempre trovarsi in 
					condizioni di velocità di traslazione e/o quota tali da 
					poter entrare in autorotazione e completare la manovra di 
					richiamo senza danni. 
					Se a punto fisso o lento occorre che sia abbastanza alto, se 
					invece ha raggiunto una velocità sufficiente basta avere il 
					minimo di quota per reagire ed eseguire la manovra di richiamo. 
					Il diagramma che si utilizza per rappresentare queste 
					condizioni prende il pittoresco nome di "CURVA DELL'UOMO 
					MORTO" per ricordare che fuori dai limiti tracciati le 
					possibilità di sopravvivenza in caso di guasto sono molto 
					molto basse. 
					Una tipica curva dell'uomo morto è tracciata a lato.
						- Qui l'area bianca D è quella entro la quale le 
					caratteristiche di quota e velocità permettono di eseguire 
					la manovra di autorotazione e richiamata.
 
  
						- Nella zona A la velocità è bassa e la quota non è 
					sufficiente.
 
  
						- Nella zona B seppure la velocità sia sufficiente la quota è 
					troppo esigua per poter eseguire la richiamata e soprattutto 
					per "frenare" - il pilota si troverà a terra prima 
						di aver avuto il tempo di reagire.
 
  
						- Nella zona C la velocità e la quota sono basse, 
						l'elicottero non entrerà in autorotazione, ma il 
						carrello e la struttura sono in grado di assorbire 
						l'energia dell'impatto senza danni ai passeggeri..
   
					 
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			 Effetto suolo  | 
           
          
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					Il rendimento del rotore cambia fortemente se 
			l'elicottero si trova in prossimità del suolo. 
			Quando tra le pale e il terreno la distanza è sufficientemente 
			bassa, tra il rotore e il suolo si genera una specie di "cuscinetto 
			d'aria" che aumenta fortemente l'efficienza del rotore, permettendo 
			all'elicottero di sostentarsi più facilmente che non in aria libera. | 
				 
				
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					In pratica si impedisce la formazione di grandi vortici d'estremità, 
			riducendo la resistenza indotta. 
					Quello che quindi è un fenomeno positivo, però, può 
			diventare un problema quando sotto l'elicottero la superficie non è 
			omogenea, ad esempio in atterraggio su una piattaforma sospesa (il 
			ponte di una nave o il tetto di una casa) o in hovering in
					prossimità di un terreno in pendenza (capita 
					(**)- spesso nelle 
					operazioni 
			di soccorso in montagna - (IT)). | 
				 
			 
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