Fisica - dispense
Magnetismo ed elettromagnetismo

 
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L'esistenza di un magnetismo naturale era nota già agli antichi greci (V - VI secolo a.C.), ma probabilmente ancora precedentemente era stato scoperto nell'antica Cina, dove probabilmente le proprietà magnetiche dei materiali venivano sfruttate per fare giochi di prestigio e illusionismo.
Pare che Archimede (287-212 a.C.) abbia cercato di magnetizzare le spade dell'esercito siracusano al fine di disarmare più facilmente i nemici.
Il nome deriva da "Lithos Magnes" in greco antico che a sua volta deriva da Plinio.
Questo viene spiegato nella sua opera "Naturalis Historia" (77 d.C.), dalla leggenda del pastore Magnes sul monte Ida, il suo bastone di ferro e i chiodi nelle sue scarpe furono attratti dalle pietre di magnetite.Ma questa parola deriva più probabilmente dalla campagna Magnesia (Magnisia) in Tessaglia, una nota località delle pietre magnetiche. Che è stata citata da Lucrezio nel suo "De Rerum Natura".
Altre fonti dicono che il nome è stato dato dalla città di Magnesia in Asia Minore una regione dell’attuale Turchia. Lì si trovava una colonia della tribù macedone dei “Magneti”.
Sicuramente nel 1300 appare in Europa, ad Amalfi, la prima bussola per la navigazione.
Di questa si attribuisce l'invenzione da un certo Flavio Gioia, il quale però non è nemmeno cero sia esistito realmente.
Probabilmente la bussola fu inventata in Cina e poi importata in Occidente dagli Amalfitani, che la realizzarono nella forma oggi utilizzata, abbinandola alla rosa dei venti.
La bussola cinese era composta da un cucchiaio magnetico lasciato libero di ruotare su una tavola di legno.
In pratica gli antichi avevano già capito che alcuni materiali ferrosi potevano attirare o respingere altri materiali ferrosi.
E che il fatto di attirarsi o respingersi non era una proprietà degli oggetti, quanto piuttosto della loro reciproca posizione.
Cioè li stessi oggetti con caratteristiche "magnetiche", si attiravano se disposti in un senso ma si respingevano se si ruotava uno dei due di 180°.
Sin qui la storia del "ferromagnetismo", cioè di quella roba con cui abbiamo giocato da piccoli attirando pezzettini di ferro (spilli, chiodi, graffette) con una calamita.
E la scoperta che la stessa Terra si comporta come una gigantesca calamita, in grado di "attirare" in qualche modo un oggetto magnetizzato.
Adesso varrebbe la pena capire come funziona.
Diciamo che, in analogia con quanto visto per il campo elettrico, certamente esiste un "campo magnetico" capace di attrarre o di respingere gli oggetti.
La prima considerazione da fare è che, al contrario del campo elettrico, per il quale è possibile individuare cariche singole, positive o negative, per il campo magnetico ciò non è possibile.
cioè non esiste un "polo Nord" se non abbinato da un "polo Sud".
Quindi sarebbe più corretto, parlando di proprietà magnetiche, dire che un campo magnetico più che "attirare" o "respingere" è capace di ORIENTARE (cioè di far girare in un certo modo) gli oggetti.
Il fenomeno del FERROMAGNETISMO è dovuto al fatto che il ferro e in genere i materiali che hanno questa capacità, possono essere visti come un insieme di tanti piccoli dipoli magnetici detti "domini di Weiss" che sono porzioni della struttura cristallina, dove i piccoli grani che la compongono si comportano apponto come tanti dipoli magnetici.
In condizioni normali questi dipoli sono orientati a caso, ma se sottoposti ad un campo magnetico intenso si allineano tutti.
Quando poi si toglie il campo magnetico questi dipoli restano allineati, generando essi stessi un campo magnetico ordinato, tale da mantenere autonomamente l'allineamento dei dipoli.
Il magnete resta quindi permanente, almeno sino a quando non venga scaldato.
Oltre una certa temperatura, infatti (temperatura di Curie - per il ferro circa 770°C) l'energia termica, che abbiamo visto possiamo associare ad un "movimento" delle particelle elementari che compongono un materiale, non è tale da "rimettere in disordine" questi dipoli, "smagnetizzando" il materiale.
 
Quando tutti i domini di Weiss sono allineati il materiale raggiunge la "saturazione" magnetica, cioè non può essere ulteriormente magnetizzato.
Questo è un limite per l'intensità del campo magnetico che si può generare grazie ai materiali ferromagnetici.

LA FORZA DI LORENTZ

Praticamente alla base di tutto ciò che è elettrico, e quindi l'effetto che permette alla nostra civiltà di esistere come la conosciamo, visto che senza elettricità dovremmo tornare al "pre - rivoluzione industriale", c'è il fatto che una carica elettrica in movimento all'interno di un campo magnetico viene "deviata".
Per capire in che direzione avviene questa deviazione si usa la "regola della mano destra" (vedi figura a fianco).
Mettendo la mano destra come in figura e orientando il pollice nel verso della corrente elettrica (il movimento della carica, che per convenzione è dal positivo al negativo), l'indice nel senso del campo elettrico (il dito "punta" il sud)la forza deviante detta FORZA DI LORENTZ agisce nel senso del dito medio.
Questo effetto è, come ho detto, fondamentale, perché in pratica se io prendo un filo percorso da corrente e lo inserisco in un campo magnetico, la forza di Lorentz lo fa spostare (e in questo modo costruisco un motore elettrico, lo vediamo tra un attimo).
Se invece prendo un filo conduttore e lo sposto all'interno di un campo magnetico le cariche elettriche vengono deviate generando una "corrente elettrica" (e questo è il modo con cui si genera appunto la corrente elettrica - ho costruito un "generatore elettrico").
Il filo conduttore è fermo all'interno di un campo magnetico e non è percorso da corrente.
Nessuna forza agisce e tutto resta così com'è.
Allo stesso filo applico una differenza di potenziale elettrica in modo che si generi una corrente (lo collego ad una batteria in pratica).
La carica si muove lungo il filo (corrente elettrica) e la forza di Lorentz sposta il filo (principio del MOTORE ELETTRICO).
Se invece io sposto il conduttore la forza di Lorentz mi fa muovere le cariche all'interno del filo, producendo quindi una corrente elettrica (principio del GENERATORE ELETTRICO)

IL MOTORE ELETTRICO

Il principio su cui si basa il funzionamento del motore elettrico è quello esposto prima: metto un conduttore dentro un campo magnetico e ci faccio passare una corrente elettrica.
La forza di Lorentz sposterà il mio conduttore.
Noto che la forza ha direzione opposta e seconda del verso della corrente, per cui se invece di un conduttore lineare io nel mio campo elettrico ci metto un conduttore piegato n modo che la corrente faccia un percorso chiuso e gli permetto di ruotare intorno ad un asse succederà che nel ramo di sopra la corrente andrà in un senso (ad esempio verso sinistra) e nella parte di sotto andrà in senso opposto (verso destra).
Allo stesso modo la forza di Lorentz nella parte di sopra della mia "spira" la farà spostare verso di me (diciamo che rispetto al piano del foglio "sale"), mentre nella parte di sotto la farà spostare in senso opposto (si allontana da me o "scende").
Il risultato sarà chela mia spira "ruota" intorno ad un asse, che è proprio quello che volevo ottenere.

Se io invece di una spira ne faccio tante le forze generate su ogni spira si sommano alle altre, permettendomi di costruire un motore potente quanto voglio.
Basta aumentare il numero delle spire sino ad ottenere la "coppia" che mi serve.
Ovviamente nulla è "gratis" e per farlo girare devo produrre una potenza elettrica equivalente alla potenza meccanica che voglio ottenere dal mio motore, più quella parte che immancabilmente si perde, nel nostro caso dovuta alla resistenza del conduttore con cui sono fatte le spire e ai vari attriti sui componenti rotanti.
Tante spire insieme prendono il nome di "avvolgimento".
Per comodità (ma il principio è identico) posso realizzare il mio motore al contrario.
Cioè faccio passare la corrente nella spira che sta ferma, mentre lascio libero di muoversi il magnete che produce il campo magnetico.
Non cambia nulla, per il terzo principio di Newton, quello della "azione-reazione" vorrà dire che starà ferma la spira e ruoterà il magnete.
IL GENERATORE ELETTRICO

 

 

Il generatore elettrico funziona sullo stesso principio, ma qui io applico alla mia spira una coppia meccanica che la fa girare, e la forza di Lorentz di conseguenza "mette in moto" le cariche dentro la spira, generando la corrente elettrica.
Come si vede dalla figura a lato il verso della corrente che si genera, però, cambia ogni mezzo giro, invertendo la polarità ai capi del nostro circuito.
Questo generatore infatti produce quella che è la "corrente alternata".
 

 
 

 

 
   

 

 
 
     
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