UAS - Corso on line per la formazione di piloti A1-A3
Limitazione delle prestazioni umane

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Per “Fattore Umano” si intende la disciplina che analizza come l’uomo si muove all’interno del suo ambiente (environment) interagendo con i mezzi che utilizza (machine) e con le altre persone con cui si rapporta a vario titolo.
Nel caso di incidenti aerei, il Fattore umano è quasi sempre l’elemento determinante perché gli errori si sviluppano proprio nelle interazioni tra l’Uomo, l’Ambiente, i mezzi e gli altri uomini.
È opportuno precisare che, nel settore aereo, per “ambiente” non si intende solo quello fisico, bensì anche l’insieme di regole e procedure all’interno delle quali si va ad operare.

FATTORE UMANO

Lo scopo dello studio del fattore umano è quello di migliorare la sicurezza delle operazioni aeree attraverso l’analisi degli errori che l’uomo potrebbe commettere e delle condizioni a contorno che ne favoriscono lo sviluppo.
In passato si era pensato di limitare il "fattore umano" cercando di evitare al pilota il più possibile di dover "prendere decisioni".
Un approccio di questo tipo, anglosassone, è quello che comporta elaborare procedure predeterminate e operare nel senso che in caso di difficoltà il pilota avrebbe dovuto semplicemente attenersi alla procedura, sena dover "ragionare" e scegliere.
L'approccio "latino", invece, comportava il fatto di conoscere l'ambiente, la macchina e la fisiologia umana, in modo da poter comprendere cosa stava accadendo ed elaborare la soluzione più adeguata.
Oggi, dopo aver derivato per lungo tempo nella direzione "anglosassone", si è compreso come sia indispensabile elaborare procedure predeterminate cercando di risolvere tutto il prevedibile, ma fornire all'operatore la maggiore consapevolezza possibile di quanto gli sta intorno, permettendogli di seguire le procedure ma in modo consapevole, ed eventualmente derogare responsabilmente.
Gli errori si determinano quando l’azione dell’operatore, o le sue conseguenze, non corrispondono alle intenzioni.
L’errore, quindi, è qualcosa che accade senza volerlo, al contrario della “violazione”, in cui l’operatore decide scientemente di non osservare norme, regolamenti o procedure.
Sia Errori che Violazioni vengono considerati “azioni non sicure” e sono parte del “Fattore Umano”.
In una cala di gravità, però, la violazione è certamente più grave: volare dove non è consentito è una ovvia e grave violazione del principio di sicurezza.
Gli errori e le violazioni possono rappresentare la causa primaria di un incidente perché lo determinano direttamente secondo il concetto di causa-effetto.
Per analizzare i comportamenti umani si è sviluppato il modello SRK dell’errore, basato su tre differenti livelli: le abilità acquisite (Skills), le Regole (Rules), le sue conoscenze (Knowledge).
Secondo questo schema gli errori si possono riportare a tre precisi livelli:
Skill-based. Le azioni compiute a questo livello vengono fatte automaticamente, nel modo che definiremmo "istintivo".
L'istinto è quel principio secondo cui noi reagiamo ad una certa situazione in modo automatico.
L'uomo reagisce automaticamente alle situazioni previste dalla sua fisiologia, che sono quelle coerenti con l'animale uomo (che corre, salta, nuota, trattiene il respiro, si arrampica ...).
l'istinto, direi "così com'è" non si può applicare a situazioni che coinvolgano un dispositivo artificiale come è un velivolo (ma anche un'automobile, una barca, una motocicletta o un autorespiratore, o in genere un qualunque attrezzo "artificiale" che mi permetta di svolgere attività che naturalmente non potrei svolgere).
Men che meno un velivolo a pilotaggio remoto, dove, se già nel volo i nostri sensi sono più un ostacolo che un aiuto, nel pilotaggio remoto non vengono nemmeno direttamente coinvolti.
Io faccio spesso l'esempio di un sub che si trovi a 30 metri di profondità con l'autorespiratore e questo andasse in avaria.
Ovviamente non vi è altra soluzione che non sia risalire prima che la mancanza d'aria causi la perdita di coscienza.
Che facciamo? L'istinto "animale" mi direbbe di trattenere tutta l'aria che ho per evitare di "restare senza fiato" prima di aver raggiunto la superficie - e se pensate a cosa sono 30 metri d'acqua sopra la testa (un palazzo di 7 piani più o meno) istintivamente è proprio quello che ciascuno di noi farebbe in una situazione del genere.
Ma noi siamo a 30 metri (pressione 4 atmosfere) - i 5 litri più o meno d''aria che abbiamo nei polmoni quando saremo in superficie saranno diventati 20 e i nostri polmoni esploderanno (ipertensione polmonare - fatale).
Gli errori di tipo "SKILL" sono quindi dovuti ad una non corretta reazione "immediata".
Questo può essere per distrazione, carenza di attenzione, saturazione della memoria, lentezza nell'elaborazione delle percezioni ...
La prevenzione a questo tipo di errore è senza dubbio l'allenamento, l'esperienza, e la "metabolizzazione" delle conoscenze teoriche.
A questo titolo, ad esempio, l'imparare la teoria in giovane età è sicuramente un grande vantaggio.
Indispensabile è però approfondire ogni argomento con interesse e curiosità, facendo in modo che le nozioni risultino "immediatamente disponibili" e sino quindi in grado di modificare e, dico io, "addestrare" il nostro istinto naturale, facendo diventare istintive azioni che in realtà non lo sarebbero.

Gli errori di tipo "RULE" riguardano la risposta errata a situazioni che prevedono l'applicazione di una specifica regola.
O per mancata conoscenza della regola, o per volontaria decisione di derogarvi, o per errore di interpretazione.
La prevenzione di questo tipo di errori consiste nello studio ed approfondimento delle regole e delle procedure e, aggiungerei io, nell'analisi degli (altrui) incidenti, operazione che permette di acquisire la consapevolezza del "valore" delle regole.
Ovviamente come sempre esperienza e allenamento, mettendomi a confronto con situazioni differenti, sono ancora una risposta efficace.

Gli errori di tipo "KNOWLEDGE" riguardano invece tutte quelle situazioni per le quali non vi è una procedura predefinita, ma la soluzione della situazione dipende da una corretta interpretazione dell'evento, dal reperimento nel proprio bagaglio di nozioni ed esperienze dei dati necessari all'elaborazione e finalmente al trovare una soluzione.
La prevenzione di questo tipo di errori si ottiene con una ottimale conoscenza del funzionamento della macchina, dell'ambiente, della fisica che lo governa e. come sempre, con l'allenamento e l'esperienza (molte conoscenze diventano familiari man mano che accumuliamo esperienza).
In aeronautica in genere si cerca di prevenire ogni possibile evento negativo.
Questo avviene essenzialmente con l'analisi degli incidenti, la valutazione delle cause e della concatenazione di eventi che portano al disastro.
Per capirci l'esatto contrario del flusso di ragionamento riportato a lato.
In aeronautica dobbiamo sempre essere consapevoli delle nostre responsabilità, e questo sia per un concetto di etica (ci assumiamo le nostre responsabilità e ne paghiamo le conseguenze) ma soprattutto per permettere una corretta analisi di quanto è accaduto a noi e quindi di sviluppare una procedura o una precauzione che possa evitare che la stessa cosa capiti ad altri.
Per capirci, il concetto di "mal comune mezzo gaudio" qui è del tutto fuori luogo.
 
Gli incidenti per lo più non sono causati da un solo identificabile errore, ma sono frutto di una "concatenazione di eventi" che generano un ambiente tale da renderlo possibile.
Il modello a fianco, detto "modello del formaggio svizzero", elaborato da James Reason schematizza con una serie di fette di formaggio con i buchi la catena degli eventi.
Ogni fetta presenta diversi buchi, che sono "falle", cioè errori di qualche tipo che portano a generare un ambiente un po' meno sicuro di quanto dovrebbe.
Il rischio per poter degenerare in un incidente deve attraversare i buchi di tutte le fette.
In pratica vorrebbe dire che per avvenire un incidente il sistema deve essere in qualche modo fallato (scarsa manutenzione, allenamento carente, difetto di fabbricazione, condizioni psicofisiche dell'operatore non ottimali, condizioni meteo avverse ...).
Tutti questi difetti però risultano "sopportati" dal mio sistema sino a quando un operatore finale commette un errore "attivo" che, con la concatenazione delle falle latenti, diventa fatale.
Nello stesso modo lo stesso errore compiuto da un operatore non causerebbe l'incidente se non vi fosse tutta la concatenazione di errori "latenti" precedente.

Le fette di formaggio del modello identificano i fattori legati a:

Persona Questi fattori includono la capacità, la conoscenza, l’abilità e altri fattori personali come l’esperienza, le proprie abitudini, il proprio stato fisico e psicologico, ma anche fattori collegati al gruppo, come ad esempio la comunicazione e la cooperazione
  • Non adeguata preparazione a svolgere determinati compiti
  • Lacune di conoscenze;
  • Mancanza di capacità o di esperienza;
  • Condizione di stress-stanchezza;
  • Noia nelle operazioni di routine;
Compito I fattori relativi al compito possono riguardare le caratteristiche del lavoro. Vengono quindi incluse la complessità del lavoro, l’accessibilità e la visibilità dell’informazione
  • Non adeguata conoscenza delle apparecchiature e/o delle procedure;
  • Caricamento di un piano di volo sbagliato;
  • Altimetro barometrico non inizializzato;
  • Dimenticanza di settare l’home point, col risultato di comportamento non prevedibile dell’UAS in caso di perdita del segnale;
  • Batterie non controllate;
Situazione I fattori relativi alla situazione descrivono il contesto in cui un compito viene svolto. Quindi includono il carico di lavoro, la pressione del tempo e il livello di distrazione.
  • Mancata considerazione degli ostacoli nel tracciare la quota per il ritorno a casa automatico;
  • Sottovalutazione delle condizioni meteo in quota;
  • Volo in condizioni meteo avverse;
  • Difficoltà di riconoscere l’orientamento del drone rispetto all’operatore
Sistema I fattori relativi al sistema interessano il più alto livello organizzativo e politico, e hanno quindi un’influenza maggiore rispetto agli altri fattori. Essi includono la pianificazione, il budget, le priorità operative, le procedure, le politiche, gli equipaggiamenti e la tecnologia.
  • Cattivo coordinamento dei membri della squadra;
  • Violazioni volontarie o involontarie;
  • Volo al di fuori del campo visivo;
  • Volo in area interdetta;
  • Volo con equipe incompleta o non preparata a causa di limitazioni di tempo e/o di risorse economiche;
  • Fatica del pilota per eccessive ore di volo;
  • Comunicazione non adeguata

LA LEGGE DI MURPHY

E' un modo scherzoso per analizzare gli eventi, ma pur nella sua formulazione ironica, ha delle giustificazioni matematico statistiche di fondo valide.
La "legge di Murphy" afferma che "Se qual cosa può andar storto lo farà nel peggior momento possibile".
In realtà questo vuol dire che se un evento può accadere prima o poi accadrà.
Che avvenga nel momento in cui produce il maggior danno ovviamente non è necessario, ma se esiste un momento in cui un certo avvenimento può causare un grande danno, ed esiste la possibilità che questo evento avvenga, è anche possibile che avvenga quando causa danno.
Semplicemente se avviene senza causare danno non lo notiamo.
Vediamo una delle tante "leggi di Murphy" che cita: "l'altra coda va più veloce".
Ovviamente non è vera, nel senso che se abbiamo due code è ragionevole pensare che una delle due vada più lenta e l'altra va più veloce, e quindi per tutti gli automobilisti che si trovano nella cosa più veloce l'affermazione non è corretta.
Se però analizziamo "perché" una coda va più veloce dell'altra, questo è dovuto probabilmente al fatto che nella coda più veloce ci sono meno veicoli.
E quindi per la maggior parte dei veicoli l'affermazione in realtà è vera.
FATTORI CHE INFLUENZANO LE PRESTAZIONI DELL'UOMO

 

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